Il viaggio dell’Osservatorio Imprese e Consumatori nel mondo dei pagamenti digitali non poteva non fare tappa in una delle principali aziende del nostro Paese, Enel.
Leader nel mondo dell’energia, la multinazionale italiana ha recentemente scelto di lanciarsi anche in questo nuovo settore strategico.
Ne abbiamo parlato con Giovanni Vattani, Head of Business Development di Enel X Financial Services: perché avete scelto di puntare sul mondo dei pagamenti digitali?
Enel ha sempre seguito le evoluzioni del mondo dei pagamenti e le implicazioni per i propri clienti con l’obiettivo rendere più snelle e di semplificare le operazioni. Negli ultimi 10 anni ha aumentato le modalità attraverso le quali è possibile pagare la bolletta introducendo, prima in Italia e in Europa, PayPal e MyBank. Pensando però alle circa 200 milioni di bollette emesse, al costo della relativa intermediazione e a quello che sarà la crescita futura di operazioni come ad esempio le ricariche elettriche, abbiamo deciso di scendere in campo ottenendo, nel dicembre 2018, la licenza di Imel da parte di Banca d’Italia, per beneficiare delle nuove regole introdotte dal recepimento della Direttiva PSD2.
Vattani, cosa è emerso dal confronto con questa nuova realtà?
Abbiamo cominciato a respirare, sin da subito, il clima che si respira nelle startup e farlo all’interno di un’azienda multinazionale come Enel è stato ancora di più emozionante. Velocità, innovazione e competizione sono le tre cose che, ad oggi, stiamo vivendo maggiormente: velocità, perché il mondo dei pagamenti corre e l’emergenza che ha colpito tutti ha innescato dei cambiamenti che vanno intercettati cercando di trarne il massimo del valore; innovazione perché per diventare leader in questo mercato bisogna innovare non soltanto per offrire servizi o piattaforme che prima non c’erano ma anche, semplicemente, per implementare strumenti già esistenti in modo completamente diverso; competizione perché il modo di collaborare sta cambiando: non più unire le forze per arrivare a un risultato e condividerne i benefici ma un accordo tra entità, concorrenti, finalizzato all’ottenimento di vantaggi reciproci. È molto importante collaborare nella fase di sviluppo mettendo a fattor comune il know how per poi, una volta arrivati alla soluzione, proseguire separatamente differenziando il prodotto/servizio e tornare a essere competitor.
Come ben sapete stiamo vivendo un periodo particolare, ci troviamo di fronte ad uno scenario del tutto nuovo, che per via del lockdown, delle distanze di sicurezza e per tanti fattori legati alla tutela della salute vede i consumatori orientati sempre di più all’acquisto online. I pagamenti digitali diventano sempre più centrali nel mondo del consumerismo, può essere una buona occasione per le imprese?
Come dicevo prima è un ottima occasione per le imprese; nei due mesi di lockdown ci sono stati stravolgimenti tali nell’e-commerce che in assenza di pandemia avrebbero impiegato anni. Bisogna ingaggiare quei consumatori che, magari per la prima volta, hanno ordinato la spesa online o che, sempre per la prima volta, hanno fatto un acquisto online o quelli che, per evitare di maneggiare contanti stanno utilizzando quasi esclusivamente carte di pagamento o lo smartphone. Bisogna far capire che quello che stanno facendo crea un beneficio a loro, a tutta la filiera dei pagamenti e al sistema Paese; ricordo infatti che il costo per la gestione del contante cuba qualche punto di PIL.
Vattani, a parer suo quali sono i pregi e quali, invece, i difetti di questo sistema di pagamento “a distanza”?
I pregi dei sistemi di pagamento digitali sono gli stessi da sempre: sicurezza, velocità e alta disponibilità. Una ulteriore diffusione degli strumenti di pagamento digitali metterebbe in condizione banche e fintech, tramite l’intelligenza artificiale e i servizi abilitati dalla PSD2, di offrire ai propri clienti delle offerte “su misura” per acquisti, assicurazioni, microcredito e prodotti finanziari. Innovazione chiama innovazione e servizi intelligenti portano alla realizzazione di una piena customer satisfaction mettendo in grado le imprese di individuare i bisogni dei propri clienti con sempre maggiore anticipo e focalizzazione. Parlando di difetti direi che non ce ne sono, ma di un aspetto dobbiamo tenere conto prima che possa diventare un ostacolo: occorre saper spiegare gli strumenti a disposizione dei clienti e fare una corretta educazione finanziaria, trasparente, chiara e comprensibile a chiunque.
Sappiamo che Enel sta per lanciare sul mercato un nuovo progetto. Potete parlarcene? Potremmo avere qualche anticipazione per i nostri lettori?
Per ora possiamo ricordare l’acquisizione da parte di Enel X della quota di maggioranza di Paytipper, una delle realtà più positive nel panorama degli Istituti di Pagamento italiani. Questo ci ha permesso di contare da subito su una importante rete fisica già perfettamente integrata nel mondo dei pagamenti. Inoltre ci aiuterà a veicolare nuovi servizi, non soltanto su piattaforme digitali ma anche su un’infrastruttura fisica; due che mondi si relazioneranno sempre di più. Il fintech sarà sempre più importante e nei prossimi mesi ci saranno sicuramente delle novità interessanti.